domenica 13 luglio 2008

Questo problema non ce l'ho!!!



GB, la rivolta delle maggiorate "No alla tassa sui reggiseni large"
LONDRA - Tempi duri per le maggiorate inglesi. Non bastavano i canoni imposti da una società ossessionata dalla magrezza, né l'onnipresenza su giornali e tv delle ragazze grissino stile Kate Moss. Ora le donne dotate di seno generoso si vedono colpite anche nel portafoglio. La catena di negozi Marks & Spencer ha messo un sovrapprezzo sui reggiseni di taglia grande. Due sterline in più, circa tre euro, per i modelli in versione "large". Non una cifra da capogiro, ma una somma dal valore simbolico. Una "tassa sulle tette", l'hanno ribattezzata. E hanno scatenato una protesta: una raffica di lettere e reclami all'azienda e, come al solito nell'era della Rete, anche un picchetto "virtuale" che si raggruppa intorno a una pagina di Facebook, che in pochi giorni ha raggiunto quota 700 membri.
A scatenare la polemica è stata una venticinquenne di Brighton, Beckie Williams, che ha creato "Busts 4 justice", movimento di protesta che accusa Marks & Spencer, M&S, di violare il "principio di uguaglianza, che dovrebbe essere applicato alla biancheria intima, così come succede con i vestiti". Pantaloni e magliette hanno lo stesso prezzo a prescindere dalla grandezza, si legge sulla homepage del gruppo, dove campeggia la foto della curvilinea Lynda Carter, che ha interpretato Wonder Woman. Ecco perché le portatrici di taglie grandi si sentono discriminate.
La vicenda ha creato scalpore ed è stata ripresa da molti giornali inglesi, dal Telegraph al Daily Mail. Visti i toni accesi, l'azienda è stata costretta a intervenire e difendere la sua politica dei prezzi. "La collezione al centro delle proteste è piaciuta molto alle nostre clienti e un'inchiesta di mercato ha rilevato che la maggioranza è disposta a pagare una piccola somma in più". A fare lievitare i costi dei reggiseni con coppa DD e oltre sarebbero, secondo M&S, "il livello di supporto, l'innovazione e la tecnologia richiesti dall'indumento". "Ci sono dai 25 ai 30 componenti in ogni singolo reggiseno, le taglie grandi ne hanno bisogno un numero superiore, oltre a richiedere bretelline e supporti più forti", ha sottolineato un portavoce.
Ma la giustificazione non è riuscita ad appagare la sete di giustizia delle donne: hanno dichiarato che boicotteranno i prodotti della catena britannica. Nel frattempo, però, hanno ricevuto una piccola rivincita morale: già molti uomini si sono iscritti a "Busts 4 justice" per difendere le curve. Sembra proprio che Kate Moss e le altre stiano perdendo punti.

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