domenica 30 gennaio 2011
Grottammare
sabato 29 gennaio 2011
Come si cambia
venerdì 28 gennaio 2011
E POI DICONO CHE BABBO NATALE NON ESISTE!
giovedì 27 gennaio 2011
I° obiettivo
martedì 25 gennaio 2011
2011
Ancora in tempo, ecco i miei propositi per l'anno da poco iniziato.
Non è colpa mia
sono loro che mi hanno obbligato a farlo. E ci ho preso gusto, cosi' con Silvia, dopo la giornata super rilassante, ci tornero'....
domenica 23 gennaio 2011
accendo la tv
Married To Rock
domenica 16 gennaio 2011
41 candeline
giovedì 6 gennaio 2011
RIMINI
Sono stata a Rimini. Ne ho approfittato per andare a trovare una ragazza che ho conosciuto recentemente e per andare a vedere queste 2 mostre.
Orazio Gentileschi, Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne, Hartford, Wadsworth Atheneum
- Giuditta e Oloferne è un dipinto ad olio su tela di cm 145 x 195 realizzato nel 1599 dal pittore italiano Caravaggio.È conservato alla Galleria nazionale di arte antica di Roma: temporaneamente si trova esposto alle Scuderie del Quirinale in occasione della mostra "Caravaggio". Il dipinto fu commissionato dal banchiere Ottavio Costa
In questo quadro Caravaggio rappresenta l'episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta, che voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera[1].
Giuditta è raffigurata intenta a mozzare la testa di Oloferne con una spada, mentre alla scena assiste una vecchia serva.
Nel ruolo di Giuditta venne raffigurata la cortigiana Fillide Melandroni, amica dell'artista.
Non ci sono molti elementi che contribuiscono a rendere nota l'ambientazione della scena, lo sfondo è scuro, è presente un panneggio rosso in alto a sinistra e una parte minima del letto su cui giace Oloferne. Caravaggio è rimasto fedele al clima dell'episodio biblico, facendo decapitare il generale con una daga mediorientale, ma ha anche attualizzato la scena, poiché l'abbigliamento di Giuditta è quello tipico delle donne a lui contemporanee.
Il pittore fissa l'acme emotivo nell'immagine di Oloferne: lo sguardo vitreo farebbe supporre che sia già morto, ma lo spasmo e la tensione dei muscoli indurrebbero a pensare il contrario.
Accanto a Giuditta Caravaggio ha inserito una serva molto vecchia e brutta, come simbolico contraltare alla bellezza e alla giovinezza della vedova. In questo modo l'autore sottolinea (con un artificio artistico legato alla fisiognomica, caro anche a Leonardo) le differenze tra le due figure e fa risaltare maggiormente la prima, che incarna grandi valori morali.
Infatti, la poca credibilità di Giuditta come vedova e la tensione fisica minima con cui ella, turbata, taglia la testa ad Oloferne, confermano il forte valore simbolico di tale rappresentazione, diversamente, per esempio, dal dipinto di Artemisia Gentileschi, con il medesimo soggetto. Infatti Giuditta, presentata come simbolo di salvezza che Dio offre al popolo ebraico, assurge anche a simbolo della Chiesa stessa e del suo ruolo salvifico, ulteriormente testimoniato dal colore bianco della camicia della donna, che evoca la purezza.Poi c'è questo